Fedele Santini nella sua raccolta riporta numerose leggende riguardanti San Valentino Protettore degli Innamorati. Una di queste, sorta nei paesi anglosassoni, narra che San Valentino aveva l’abitudine di offrire ai ragazzi e alle ragazze che passavano davanti al suo chiostro un fiore del suo giardino.
L’unione tra due giovani benedetta da San Valentino risultò tanto serena e felice che tutti gli innamorati desiderarono ottenere la benedizione del Vescovo di Interamna, il quale divenne così il consigliere spirituale di giovani coppie che si recavano da lui a colloquio per ricevere consigli e conforto riguardo ai problemi amorosi.
La leggenda più conosciuta è senza dubbio la storia di Sabino e Serapia, rinata nel ‘900 in seguito al ritrovamento a Pentima, vicino Terni, di un sarcofago contenente gli scheletri di due giovani.
La giovane Serapia abitava in una piazza di Terni, l’attuale Piazza Clai. Passando spesso da quelle parti un giovane centurione romano, di nome Sabino, la osservò più volte, se ne innamorò e la chiese in sposa. I parenti di lei, però, erano contrari all’unione, dal momento che Sabino era pagano mentre loro erano di fede cristiana.
Allora Serapia gli suggerì di andare dal Vescovo, farsi istruire ben bene e farsi battezzare. Cosa che Sabino, per amore di lei, fece di buon grado. Ma ad un tratto, sorse un problema grandissimo: si scoprì che Serapia era affetta da una forma di tisi molto grave, cosa che gettò nella disperazione i suoi genitori e il giovane legionario romano.
Venne chiamato il Santo Vescovo presso il letto della moribonda e Sabino lo supplicò di impedire la morte della sua amata: la sua vita senza di lei sarebbe stata come un lungo martirio insopportabile. Valentino alzò le mani e si rivolse al Signore; un sonno beatificante unì per l’eternità quei due cuori dal palpito sincrono, mentre si stringevano l’uno all’altra e volavano in cielo.
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